Dal 16 al 21 ottobre 2017 si è svolto il Viaggio di Istruzione delle classi 5UB e 5UA. Il progetto si è articolato su sei giorni alternando visite culturali e didattiche. Oltre ai monumenti di rilievo internazionale come la Sagrada Familia, gli edifici dell’architetto Gaudì e i musei di Picasso e Mirò, le classi hanno fatto visita all’Istituto di Istruzione “Amaldi”. Si tratta di un liceo scientifico italiano all’estero. L’esperienza è stata molto positiva anche dal punto di vista del corso di scienze umane per l’interessante scambio culturale.
Qui di seguito due ragazze (rispettivamente della 5UA e della 5UB) raccontano come si sono vissute l’esperienza dell’incontro con i ragazzi del Liceo Amaldi.
Nel pomeriggio di martedì 17 ottobre il nostro gruppo composto da noi studenti di quinta Scienze Umane sezione UA e UB, accompagnate dai professori, abbiamo raggiunto il Liceo Amaldi, che ha sede in uno dei quartieri vicini al centro della città catalana. Forse vi chiederete cosa intendo quando parlo di ‘scuola italiana di Barcellona’, anche noi ce lo siamo chiesti, e sono stati proprio gli studenti stessi e un insegnante (rigorosamente italiano) del Liceo a rispondere. In effetti, all’estero ci sono diverse scuole italiane nelle quali si parla italiano, gli insegnanti sono italiani e l’organizzazione degli orari e il tipo di insegnamento è (quasi) lo stesso che troveremmo in un liceo in Italia. Inizialmente il motivo per cui furono fondate questo tipo di scuole fu quello di permettere agli Italiani che si trasferivano all’estero di far frequentare ai propri figli una scuola italiana, per mantenere una continuità tra la scuola a cui erano abituati i figli nel paese d’origine e quella nel nuovo Paese, ma anche per poter trasmettere la cultura e la lingua italiana per coloro che si trasferivano permanentemente in un nuovo Paese. La scuola di Barcellona è ora frequentata da una maggioranza di ragazzi che ha un genitore di origine italiana, ma ci sono anche alcuni ragazzi che hanno solo legami lontani con la cultura italiana oppure che si sono trasferiti solo da pochi anni dall’Italia a Barcellona.
Sia noi che i ragazzi del Liceo Amaldi eravamo curiosi di sapere come funzionano le rispettive scuole. Noi ad esempio abbiamo scoperto che per loro la campanella della prima ora suona alle 9, ma la fine delle lezioni è fissata per le 16; il sabato non frequentano la scuola e, la cosa che più ci ha stupiti, è che per loro il liceo dura solo 4 anni, al termine dei quali li aspetta già l’Università. Tra gli studenti abbiamo conosciuto una ragazza veronese che sta frequentando il quarto anno e che si è trasferita solo 3 anni fa a Barcellona. Ci ha parlato con entusiasmo della città, e per un momento ci siamo sentiti tutti un po’ gelosi quando ci ha raccontato delle opportunità che si sono ogni fine settimana nella città catalana Gli studenti del Russell assieme ai loro omonimi di Barcellona durante lo scambio culturale(mentre ci trovavamo là abbiamo capito l’importanza di specificare che ci si trova in Catalogna e non in Spagna, nonostante la piccola regione sia a tutti gli effetti parte del Paese) e di come il clima sia accogliente e le persone calorose. Sia gli studenti del Liceo Amaldi che gli studenti del nostro gruppo si sono mostrati entusiasti di rispondere e porre domande gli uni agli altri.
Ovviamente abbiamo colto l’occasione per chiedere cosa ne pensano loro della situazione di instabilità che la Catalogna sta vivendo, infatti soprattutto nei giorni in cui si è svolto il nostro soggiorno l’attesa della risposta da parte del presidente Rajoy riguardo la possibile indipendenza della regione Catalogna aveva creato una certa tensione. Una delle studentesse ci ha gentilmente risposto: secondo lei, il desiderio di buona parte dei Catalani è quello di diventare un Paese indipendente, completamente separato dalla Spagna, ma purtroppo è anche vero che la Catalogna “farebbe la fame” se si trovasse da un giorno all’altro a doversi gestire da sola: l’autonomia catalana è un argomento complesso e delicato di cui parlare.
In conclusione, è stata un’esperienza breve ma molto piacevole e significativa visto che ci ha permesso di conoscere una realtà a noi precedentemente sconosciuta e di poter capire almeno un pò cosa significhi vivere a Barcellona dal punto di vista di un ragazzo o ragazza della nostra età. (Giulia Montanari 5 UA)
Ormai sazi, dopo una mattinata trascorsa al Mercato della Boqueria, ci dirigiamo verso il Liceo statale Amaldi, una scuola italiana con sede a Barcellona. Durante la lunga camminata, che ci avrebbe condotto verso il liceo, io e le mie compagne fantasticavamo su quali fossero le differenze fra le due scuole ma soprattutto ci incuriosiva conoscere la vita del tipico studente spagnolo per comprenderne poi vantaggi e svantaggi rispetto alla nostra. Tra una chiacchierata e l’altra, siamo arrivati ai piedi dell’edificio, chiamato ‘la casa degli italiani’… di vecchia costruzione, (ricordandoci la nostra cara vecchia sede in Via Trento) ma di apprezzabile stile architettonico. Subito veniamo accolti calorosamente dal prof. Andrea Tappi che ci fa accomodare in un’aula molto spaziosa utilizzata come aula magna. Abbiamo subito notato che alcuni studenti spagnoli si erano seduti vicino a noi, come per accoglierci e togliere quell’imbarazzo che alcune volte si crea inizialmente. In un primo momento ha preso la parola il professore, introducendoci il perché e il come fosse nato il liceo Scientifico che stavamo visitando.
Questo liceo segue i programmi didattici delle scuole italiane ed utilizza la lingua italiana come mezzo principale di comunicazione, anche se gli studenti sono tenuti a studiare anche il catalano, lo spagnolo, il latino e l’inglese. Abbiamo notato subito le differenze fra i due licei, ad esempio, loro non vanno a scuola il sabato (fortunati…) ma hanno molti pomeriggi. La seconda grande diversità è la durata del liceo spagnolo, quattro anni rispetto ai nostri cinque. Come ci ha poi riportato una ragazza, il fatto che duri solo quattro anni comporta dei vantaggi poiché nell’anno successivo puoi compiere varie esperienze sia lavorative che all’estero e prepararti al meglio per l’università.
Successivamente abbiamo preso parola noi ragazzi porgendo molte domande, in particolare in merito all’attuale situazione politica spagnola e a cosa li abbia spinti a frequentare un liceo italiano in Spagna. Dalle risposte sono emersi con più frequenza motivi economico-lavorativi delle famiglie. Il prof. Andra Tappi mentre spiega ai ragazzi la delicata questione CatalanaMolto interessante è stato il confronto sulla giornata tipica di uno studente italiano e di uno spagnolo, da cui abbiamo tratto la conclusione che la nostra vita è molto più monotona rispetto alla loro perché la Spagna offre più luoghi di svago e di incontro per i giovani. Una cosa su cui ci hanno fatto riflettere è l’apertura mentale che regna in quel luogo rispetto alla nostra ‘ottusità’. Eravamo talmente affascinati da quella realtà, che a fine visita, abbiamo deciso di avvicinarci ad alcuni degli studenti spagnoli che, molto disponibili, ci hanno tolto qualsiasi curiosità. Abbiamo trovato molto utile ed interessante questo confronto soprattutto per ‘noi delle scienze umane’ che trattiamo discipline antropologiche, quindi lo studio delle varie società e culture. (Elisa Bonani)